Testo di Barbara Chiarilli
Musica di Marco D'Amico
Dopo un susseguirsi di occupazioni violente (dai barbari, ai normanni, agli svevi, agli angioini e agli aragonesi), nel 1860-61, il governo piemontese apparve come l'ennesimo usurpatore. Le cause della diffusione del fenomeno nacquero però, all'inizio, come un fenomeno politico in appoggio ai Borboni e sovvenzionato dallo Stato Pontificio, ma poi assunse un carattere di protesta sociale.
Quando vennero chiamati a votare per il plebiscito di annessione al Piemonte, molti credettero veramente di andare verso la libertà. Ma poi l'egoismo e l'arroganza dei padroni (subito passati dall'altra parta per 'tenere tutto') legittimarono non solo l'amministrazione statale, ma si arricchirono ancora di più quando ci furono le vendite dei beni della Chiesa e del Demanio.
Fu durante l'assedio di Gaeta, cominciato il 4 novembre 1860, che terminò con la capitolazione del 13 febbraio 1861, che ebbe inizio la reazione propriamente detta negli Abruzzi. Ad organizzare i disordinati avanzi dell'esercito borbonica in forti bande reazionarie, furono il colonnello La Grange, il conte de Christen, l'ex capitano di stato maggiore borbonico Luvara.
Ai fedelissimi dei Borboni, si aggiunsero i contadini, che ribellandosi contro i primi, con questi legarono, e si ritirarono sui monti a formare squadre di 'briganti' e a fare 'banditismo'.
Briganti, infatti, potevano essere tutti: il povero bracciante, come il nobile e il ribelle avventuriero; il pastore del tratturo, come l'artigiano intraprendente o squattrinato; il giovane scapestrato, come il frate devoto.
"Uomo si nasce, brigante si muore,
ma fino all'ultimo dobbiamo sparà;
e se moriamo, portateci un fiore,
e 'na bestiemma pe' 'sta libertà"
Fabiano Marcucci nacque nel 1840 a Campo di Giove, ai piedi della Majella. Nell'inverno del 1861 Fabiano fu costretto a darsi alla macchia per una contrastata vicenda d'amore di manzoniana memoria. Così la sua vita divenne quello del brigante spietato e fuori legge, del ribelle, di colui che si trova, con le sue sole forze, a cercare di cambiare il cammino della grande Storia; il suo destino era, come quello degli altri briganti, quelli di finire cadavere, esposto nelle piazze a monito di popolazioni irrequiete... o forse no!
